La rivalità più sanguigna e meno pubblicizzata (all'estero) ha fruttato questa volta poco gioco, una battaglia indegna e tre punti al Vasco. Il tutto gestito da un arbitro veramente folle (decisioni ad minchiam, citando Scoglio), che ha contribuito a fomentare il clima teso che già si respirava a inizio partita. Cinque espulsi e una miriade di cartellini gialli per Vasco-Mengo, con la svolta che giunge al principio del secondo tempo: le squadre sono inchiodate sul risultato di inizio match e già con un uomo in meno a testa (Carlos Alberto - a torto o ragione sempre in mezzo-, quest'anno invero prezioso per il Vasco, l'uomo del salto di qualità sul campo) . L'espulsione di Leonardo Moura sbilancia la partita, anche perché subito dopo il Vasco trova il vantaggio in una mischia a seguito di una punizione dal limite. Il tabellone stabilisce la strategia, e la voglia di riportarsi in parità ammazza definitivamente le ambizioni del Mengo, che subisce il secondo gol in contropiede. Poi, risse assortite e festival del cartao: al 90', dopo due anni di attesa, finalmente la torcida del Gigante da Colina torna a far meritatamente festa. Continua così la marcia del Vasco, unico a tenere il passo del Fluminense (4 vittorie su 4) nella Taça Rio, la seconda parte del torneo carioca.
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