29 novembre 2011
Adrian Mutu e il talento che risorge
Fonte: Max
Un rigore alla Panenka in totale scioltezza e uno straordinario destro qualche millimetro sotto l’incrocio dei pali sono due segnali di impotenza e di grandezza. Adrian Mutu, che ha mandato in delirio gli appassionati cesenati e godere tutti gli appassionati veri di calcio per le due perle contro il Genoa, ha certificato che il talento non lo si può nascondere. Lo si può violentare, combatterlo, ferirlo ma non ucciderlo
Così in un pomeriggio insignificante sbuca fuori e il verbo del calcio si reincarna in quel meraviglioso destro che ci racconta di chi poteva diventare Adrian Mutu, su un campo da calcio.
Tecnica, fisico compatto, inventiva, nel 2000 Mircea Lucescu lo consiglia all’amico Massimo Moratti e dalla Dinamo Bucarest il ragazzo rumeno giunge all’Inter, e mostra subito grande qualità. Diventa giocatore vero con l’Hellas Verona sotto la guida di Alberto Malesani, il primo a credere alle doti straordinarie del ragazzo. Il passaggio a Parma è il trampolino di lancio per la Premier. Giunge in un club dove il nuovo proprietario, un plurimiliardario russo spuntato dall’oscura stagione degli “oligarchi” post Eltsin si è messo in testa l’idea meravigliosa di portare alla vittoria una squadra senza storia. Nel Chelsea sta per giungere il protagonista del nuovo ciclo che compirà i sogni di Abramovich, José Mourinho. Tuttavia Mutu, anche sotto la gestione Ranieri, comincia a sentirsi onnipotente anche fuori dai campi di calcio. Il portoghese capisce subito che il ragazzo ha qualche problema di gestione, ne parla col procuratore di Mutu, che in un primo tempo prova a proteggere il ragazzo. Il giocatore intensifica il suo flirt con la polvere bianca che trova sempre alle feste dove ormai è un habitué: al Chelsea si sentono presi in giro, Mourinho è deluso e Abramovich non perdona: Mutu è fuori per sette mesi e riceve una super multa ( che ancora deve pagare).
La seconda vita italiana nasce a Torino e, con la rivoluzione di Calciopoli, prosegue a Firenze, dove ancora mostra la sua onnipotenza tecnica (si interessano a lui anche Barcellona e Real Madrid), ma non si lascia alle spalle quell’insana capacità di mettersi nei guai fuori dal campo. Risse, polemiche, delusioni, che inevitabilmente stoppano la sua carriera ad alti livelli. Il presidente Igor Campedelli crede fermamente in lui e gli offre le chiavi del Cesena di quest’anno, tra risate e condanne: per ora ila scommessa sta pagando.
Non sarà mai, Mutu non sarà più quello che avrebbe potuto essere, ma la perla contro il Genoa ci racconta di un talento che si può sì martoriare ma mai uccidere. E quel talento forse salverà in classifica il Cesena e fuori dal campo un uomo.
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