Fonte: Max on line
Lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyn, proprietario del Manchester City, non era presente al San Paolo, nella notte in cui il Napoli ha praticamente escluso la sua squadra dalla Champions League. Avrà visto il match in una delle sue stamberghe che possiede qua e là per il mondo. Uno dei suoi tanti consiglieri gli si sarà accostato all'orecchio per evidenziargli che la scorsa estate era stata montata una trattativa serrata, e conclusa con l'autografo dello sceicco stesso sotto un assegno di 35 milioni di sterline, per un omino argentino che nella partita più importante dell'anno ha giocato meno di dieci minuti.
Ma oltre ad Agüero, ci sarebbe anche il caso di Nasri, che ha trotterellato per il campo giusto una decina di minuti in più, per non parlare dell'ora e mezza di sbadigli di Clichy in panchina. Il ragioniere di casa Mansour, avrà anche aggiunto che un altro omino argentino, la notte del San Paolo non se l'è proprio filata, ed è rimasto a casa a vedere i cartoni animati controllando con la coda dell'occhio il bonifico che riceve settimanalmente dal City e che ammonta a circa 250.000 euro (sic). Ora, Mansour è un tipo tranquillo e riflessivo, uno che studia. E certo avrà notato che i tre tenori napoletani, saranno sì fenomenali, e potrebbero pure rientrare nella prossima lista della spesa che il suo tecnico gli sottoporrà in gennaio; tuttavia, i tre, giocano in un sistema che funziona e che parte da una fase difensiva che comprende un portiere che aveva deciso di chiudere la carriera in Turchia, un “fratellodi”, sempre considerato ( a torto) un raccomandato, uno che ha speso buona parte della sua carriera nel non inarrivabile Piacenza e Salvatore Aronica.
Aronica, quello che in ogni finestra di mercato deve essere sostituito dai Victor Ruiz o dai Fernandez di turno e poi, puntualmente, gioca. Perché Walter Mazzarri, creatore di questo Napoli non è così à la page da subire il nome esotico, e continua ad affidarsi a questo ragazzo, un po' ingobbito nella corsa, che è quello che meglio sa interpretare la sua difesa, già dai tempi di Reggio Calabria, dove lo ha incontrato nel lontano 2006.
Scuola Juve, esordio a Crotone, il palermitano Aronica nonostante il nome con poco appeal, l'età (ultratrentenne) e lo stile, non è per niente un comprimario nel Napoli che sta riuscendo nella storica qualificazione agli ottavi di Champions, così come è stato una vite fondamentale nell'ingranaggio perfetta che Mazzarri ha costruito nella splendida stagione dell'anno scorso in campionato. Non vincono sempre e solo i grandi giocatori, vince un sistema di calcio, ma come l'Amalgama di Massimino, caro Mansour, non si può comprare.
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