Fonte: Tropico del Calcio - Gazzetta.it
IL GIOCO
Partita non certo da tramandare i posteri, con tanti errori e, specie nel primo tempo, pochissime conclusioni in porta. L'Argentina dopo la baldanza contro la Bolivia, con Pastore, Gago e Alvarez più due punte, organizza un 433 con un centrocampo da combattimento che vede l'insostituibile Mascherano al fianco di Guiñazú e Braña. Sabella vuole un recupero palla alto e l'obiettivo è sostanzialmente raggiunto coi mastini in mezzo: esattamente come con il Venezuela, che pressava anch'esso ultraoffensivo, l'inizio azione dei cafeteros è lenta, inoltre manca un elemento chiave come Fredy Guarin ad aiutare la pulizia della palla in mezzo. Gli attaccanti argentini di dividono un terzo di campo e anche Higuain non ha problemi a spostarsi sui lati, Messi ricomincia a insistere con i tipici (in nazionale) uno contro mille, mentre ritorna per un giorno quel Principito che tutti lodavano ai tempi dell'Estudiantes José Sosa, di gran lunga il migliore in campo, attivo anche in fase di non possesso. Il problema della nazionale argentina, che mantiene il possesso palla, risiede negli ultimi 16 metri, che paiono invalicabili: offensivamente il centrocampo propone quello che è nei piedi dei faticatori (pochissimo) e i terzini sono di qualità limitata, oltre che di scarse letture nelle sovrapposizioni. I Cafeteros scelgono il solito 442 spurio con Aguilar che surroga Guarin e affianca Bolívar. La forza nelle ripartenze e nel gioco di mezza transizione è esaltato sugli esterni dove oltre alla stella James e a Pabón, accompagnano i due terzini di casa nostra, Zuñiga e Armero. Il riferimento centrale, bocciato Teo Gutierrez e ko Falcao, diventa Jackson Martínez, lontano parente di quello apprezzato contro il Venezuela. La Colombia trova il vantaggio grazie a punizione di Pabon deviata da Mascherano, sul finire del primo tempo. Contraddicendo le sue abitudini Sabella cambia subito, e Guiñazú non rientra in campo dopo la sosta per lasciare spazio al Kun Agüero. Offensivamente la squadra migliora, quantomeno fa più paura, ma è lo sciogliersi della Colombia a garantire il successo all'Argentina. Esattamente come contro il Venezuela, verso il 65' la squadra cafetera perde visibilmente le distanze e i fragili equilibri di una squadra che gioca con 4 attaccanti non vengono più rispettati: la squadra si spezza con facilità e regala spazi ampi agli avversari. Due pasticci difensivi, il primo di Yepes, il secondo di reparto con un mancato riequilibrio in una transizione negativa, regalano le due reti all'Argentina, le firmano due svelti di piedi e di testa come Messi e il Kun. Si respira a Bueons Aires, meno, molto meno, specie Alvarez, a Bogotà. Ma In Sudamerica il clima fa in fretta a cambiare.
I GIOCATORI
José Sosa
MIgliore in campo l'ex napoletano. Gli difetta la continuità però ha qualità immense, smarcamento, ricerca della profondità, capacità di inventare la giocata per sè o per il compagno. E' di nuovo, almeno per una sera, il Principito.
Leo Messi
Non funziona come nel Barça, questo è ormai pacifico. Insiste più di una volta in uno contro tutti poco intelligenti, ma è la sua voglia, il suo spirito di sacrificio, il suo impegno massimo che impressionano, per una volta più della sua qualità.
Federico Fernández
Il difensore del Napoli accusa difficoltà dall'inizio, le (rare) volte in cui Colombia entra in area difetta negli uno contro uno in zone pericolose. La titolarità e la fiducia non bastano, l'inesperienza a questa età si paga, meritava forse un'entrata in squadra graduale, ma tra infortuni e penurie generazionali i difensori argentini questi sono...
James Rodríguez
Non la sua migliore partita, ma quando prende palla il ragazzo ex Banfield è sempre pericoloso e le azioni migliori passano sempre dal suo sinistro.
Dorlan Pabón
Il gol nasce da una sua punizione. Eppure la partita avrebbe potuta segnarla anche in altre circostanze: ha elevata qualità e forza fisica ma sbaglia spesso a interpretare le situazioni e ha troppa voglia di autonominarsi salvatore della patria, procedendo a soluzioni velleitarie.
Camilo Zuñiga
La su azione è più continua rispetto a qualla di Armero, ma ha la gravissima colpa di divorarsi un gol clamoroso quando ancora la partita era sull'1-1: dopo una grande giocata, appoggia debolmente il pallone a Romero: un segnale su come fossero schierati nella notte gli dei del calcio...
1- Colombia: David Ospina; Camilo Zuñiga, Mario Yepes, Aquivaldo Mosquera, Pablo Armero; Dorlan Pabón (m.61, Dayro Moreno), Gustavo Bolívar, Abel Aguilar (m.75, Diego Arias), James Rodríguez, Adrián Ramos, Jackson Martínez (m.75, Darwin Quintero). CT: Leonel Álvarez.
2- Argentina: Sergio Romero; Pablo Zabaleta, Federico Fernández, Nicolás Burdisso (m.37, Leandro Desábato), Clemente Rodríguez; Rodrigo Braña, Javier Mascherano, Pablo Guiñazú (m.46, Sergio Agüero);José Sosa, Lionel Messi, Gonzalo Higuaín (m.85, Fernando Gago). CY: Alejandro Sabella.
Gol: 1-0, m.44: Dorlan Pabón. 1-1, m.60: Lionel Messi. 1-2, m.84: Sergio Agüero
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