1- GENERALE Una partita che chiude il primo tempo sul 4-0 e ritorna ad essere viva nel secondo è più di una partita. Errori, trascuratezza, rilassatezza mescolate a grandi giocate. Una gara che ha proceduto a strappi.
2- Funziona ancora la transizione dell'Inter, favolosa quella difensiva, buona quella offensiva, grazie anche a un giocatore criticatissimo a San Siro, Sulley Muntari, che ha buona capacità di corsa e sacrificio e un calcio naturale col suo sinistro di elevata qualità, specie sul lungo. L'Inter allunga un pressing medio-alto a inizio azione, non sempre perfetto ma comunque efficace e la palla del Palermo, inizialmente schierato con un ibrido 3412, non esce quasi mai pulita, e soprattutto è lenta.
3- Mario Balotelli produce un numero considerevole di giocate di qualità, nel primo tempo è protagonista nelle azioni di tutte le reti: rigore procurato, gol, gol, assist. L'atteggiamento è però quello di sempre: la pantomima sul rigore è paradigmatica, si affianca polemicamente a Eto'o perché desidera calciare il penalty, va ad abbracciare il camerunense per ultimo con un colpo di teatro. La concentrazione va e viene, meglio: forse il suo modo di intendere la partita è questo, sui generis, ci entra e ci esce quando lo sente, e va accettato: Mourinho è in modalità carota.
4- Zenga ne ha viste tante. Merita più di tanti altri la panchina di serie A. E' creativo, e molto flessibile. Il suo Palermo manca molto di intensità in mezzo, dove schiera Bresciano e Fabio Simplicio, opta per la qualità ma viene sopraffatto. Molto meglio nel secondo tempo, quando toglie Melinte, inserisce la vivacità di Abel Hernandez davanti e allarga Migliaccio a sinistra costruendo una linea a 4 dietro. Non molla la partita, e ha ragione. Zenga è un allenatore che cerca di esaltare la lettura del singolo giocatore: meno metodicità e più pensiero libero dell'atleta, che deve riconoscere la situazione, il tutto in una struttura di squadra, chiaro: è un allenatore moderno e da palcoscenici d'élite. Riuscendo a ottenere la disponibilità di Miccoli, Cavani e Pastore, tutti più o meno atipici, è riuscito a costruire una macchina che funziona e che può arrivare alla conclusione con continuità e qualità.
5- Sul 4-2 l'Inter prende paura. In una transizone difensiva dopo un calcio d'angolo, Zanetti e Cordoba rimangono sui propri uomini, non scambiano la posizione (invertita: il capitano è centrale, perché è delegato alla copertura sui corner e il veloce ribaltamento del Palermo gli ha imposto la marcatura del rosanero più pericoloso, cioè quello davanti all'area). L'azione si prolunga e, con Maicon che rientra lentamente (ha calciato il corner), rimane Cordoba laterale. Assurdo: nel senso che non c'è la tranquillità per cambiare l'uomo, anche se l'azione non è così veloce e pericolosa. Incredibile, la paura, per una squadra che ha governato, dominato la partita per un tempo. E' qui, forse, il vero problema dell'Inter anche in Champions, il momento di difficoltà non gestito con personalità. Nel momento critico, col Palermo, esce la voglia di vincere, la "raça" di Maicon, che devasta la difesa del Palermo e riequilibra la partita con una serie di discese che inibiscono la tranquillità dei rosanero. Così l'Inter riacciuffa la partita, e il quinto gol non ha caso viene da una giocata del terzino del Brasile che coglie al centro dell'area Milito che stavolta non può sbagliare, dopo una partita (uno spezzone: ha sostituito Balotelli all'inizio del secondo tempo) molto sottotono, zeppa di appoggi errati, tuttavia comprensibile: era al primo match dopo il rientro.
Inter(4312): Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Chivu (46' Santon); Zanetti, Cambiasso, Muntari; Stankovic; Eto’o (74' Motta), Balotelli (48' Milito). All. Mourinho
Palermo (3412): Sirigu; Kjaer, Goian, Migliaccio; Cassani, Simplicio (40’ Nocerino), Bresciano, Melinte (46' Hernandez); Pastore (38’ Bertolo); Cavani, Miccoli. All. Zenga
Reti: Eto’o (I) su rigore al 7’, Balotelli (I) al 33’ e al 42’, Eto’o (I) al 43 p.t.; Miccoli (P) al 3’, Hernandez (P) al 16’, Miccoli al 22’, Milito (I) al 38’ s.t.
2 commenti:
Secondo te Adiyiah potrebbe essere un attaccante adeguato come esterno in un 4-3-3 (posizione per cui sembra lo voglia prendere il Milan)?
Prospettive di sto ragazzo (ottime o secondo te potenzialmente vale anche di più)?
Grazie
Ciao
Luca
Adiyiah come hai visto è un attaccante esplosivo, che vede tantissimo la porta. Sa svariare, ma la sua caratteristiche migliori si vedono nei 16 metri. Dipende molto da come eventualmente sarà strutturato il 433 che dovrebbero vederlo impegnato. E' un ottimo prospetto, però è ancora molto giovane, le variabili sono tante. Le qualità ci sono, è evidente.
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