Ha appena affondato la corazzata Lione ( non il Lecce o il Treviso) con una tripletta, John Utaka. Qualche titolino ma niente più sui nostri giornali. Francamente non ho mai capito come un giocatore del genere non abbia ancora avuto l'opportunità di sfondare. Al di là di diverse voci, mai verificate e verificabili (qualcuno mi parlava addirittura dell'interessamento di Mourinho), pare che nessun grosso club se lo sia mai filato. Io lo scoprii da vicino nella Coppa d'Africa in Tunisia, nel 2004, dove palesò prestazioni di altissimo livello. Lo incontrai in hotel, gentile e disponibile, più della media dei calciatori africani, che è già altissima. Appena mi è stato possibile ho seguito le sue prestazioni al Lens e quest'anno al Rennes, non rimanendone mai deluso, anzi. Attaccanti esterni come lui ce ne sono pochi in giro e la sua carta d'identità dice ancora 1982. Durante un allenamento delle Super Eagles, nell'ultima coppa d'Africa, in Egitto, l'ho avvicinato di nuovo. Stesso sorriso innocente, stessa disponibilità: una cronista egiziana gli sottoponeva lunghissime domande in arabo (Utaka ha giocato la primissima parte della sua carriera in Egitto, prima di partire per la Francia), lui attendeva paziente la traduzione di un interprete e rispondeva, sempre con lo stesso sorriso genuino e equilibrato. Quattro chiacchiere con lui le ho fatte anch'io, passando immediatamente all'inglese dato che nonostante quasi un lustro in Francia era già in difficoltà al "ça va?".
L'incredibile numero di talenti della nazionale nigeriana l'ha escluso dalla partita più importante (l'estrema qualità della rosa ha prodotto e sta producendo ancora polemiche), quella persa in semifinale con la Costa d'Avorio. Nelle partite precedenti aveva sempre convinto, forse è stato un errore tenerlo fuori (impressione condivisa anche da Stefano Boldrini della Gazzetta, che era al mio fianco durante la partita). L'avrei chiesto al bravo CT Eguavoen ma la conferenza stampa post match è durata lo spazio di cinque domande, poi la sua federazione gli ha intimato il silenzio e ha rimandato tutto a un incontro successivo. L'incredibile assenza dei nigeriani dai Mondiali lo priverà di una vetrina importante, specialmente per la maggioranza dei nostri illuminati osservatori. Peccato.
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