Ce lo ripetono come un mantra: bisogna puntare sui giovani, bisogna puntare sui giovani... Per svecchiare il nostro calcio, stante l’attuale condizione economica che non ci permette di arrivare agli interpreti già affermati e riconosciuti, anche le squadre di punta devono anticipare le mosse, e fiondarsi sui giovani di maggiore talento. Individuarli, poi metterli sotto contratto e poi imparare a gestirli: il club che riesce a operare al meglio in queste tre fasi raggiungerà costantemente i propri obiettivi. Noi del Guerin, che ormai da tempo sposiamo la causa dei giovani, stavolta indossiamo i panni delle società, e partiamo per un viaggio alla scoperta dei migliori prospetti del globo. Ua sola condizione, prenderemo in esame esclusivamente ragazzi della classe 1991, o inferiore. Partiamo.
Il Mondiale under 20 è la principale vetrina di tutti i giovani talenti. In Colombia, nello scorso agosto, si sono messi in luce ragazzi che oggi cominciano fare intravedere elevate qualità oppure signorini che già pretendono e/o ottengono l’occhio di bue della platea. Chi sta impressionando davvero in questa prima porzione di stagione è Rodrigo del Benfica. Storia particolare la sua: nato a Rio de Janeiro nel 1991, cresciuto con la mamma, ha seguito poi il padre, professionista nel Calcio a 5, in Spagna. Ottenuta la cittadinanza del paese iberico è riuscito anche a farsi apprezzare dal Real Madrid, dove è cresciuto. Centravanti che sa andare in gol in tante maniere Rodrigo ha già conquistato il tecnico del Benfica Jorge Jesus, che lo ha lanciato più volte titolare: le Aquile di Lisbona lo hanno acquisito con una cervellotica formula: pagando una cifra concordata nelle prossime due stagioni, i bianchi di Madrid possono però riportarselo a casa. Rodrigo in Colombia ha rappresentato la Spagna, raggiungendo le semifinali, grazie a una squadra che ha fatto comunque onore alla recente tradizione futbolistica del Paese. In mezzo al campo ha dominato Oriol Romeu (1991), uno dei miglior talenti del Barça Atletic allenato dall’attuale tecnico della Roma Luis Enrique: Romeu, grande fisico, ottimo nel recuperare palla e lineare nell’impostazione è stato prestato al Chelsea, con una clausola che lascia qualche chance anche ai Blues, e Villas Boas lo ha già fatto debuttare in Champions League. Nelle giovani Furie Rosse impossibile non citare anche il talento offensivo Isco (1992), passato in estate dal Valencia al Malaga, e il leader difensivo Marc Bartra (1991), che in Colombia ha avuto il suo momento di celebrità, dato che in ogni report viene sempre classificato all’ombra di Marc Muniesa (1992) assente al Mondiale, altro giovane prospetto difensivo del Barça, che non a torto viene considerato un futuro titolare della squadra dei sogni. Ha deluso in Colombia Sergio Canales (1991) che il Real Madrid ha voluto cedere al Valencia per testarne le qualità, che potenzialmente sono immense per un centrocampista che può fare tutto. La scuola spagnola punta forte sui giovani, ormai da tempo: chiudiamo la parentesi segnalando altri ragazzi che in Liga stanno vivendo un momento d’oro. Iker Munian (1992), esterno di qualità dell’Athletic Bilbao, può vivere sotto la guida di Marcelo Bielsa la stagione della consacrazione, così come un altro diamante, Thiago Alcantara (1991, figlio dell’ex Lecce e Fiorentina Mazinho), può iniziare a diventare l’erede di Xavi nel Barcellona, la qualità non manca, e nemmeno la faccia tosta. Il Campionato Spagnolo ha mostrato a inizio stagione sorprese non da poco, per quel che riguarda i giovani: Inigo Martinez (1991) centrale mancino della Real Sociedad e Lass Bangoura (1992) mezzapunta guineana del Rayo Vallecano hanno dimostrato di possedere grandi qualità. Torniamo in Colombia per rendere il giusto omaggio alla squadra vincitrice del torneo, il Brasile, che ha messo in mostra una interessante batteria di giovani. Premessa indispensabile: la Nazionale verdeoro non ha schierato al Mondiale due ragazzi già protagonisti nella Coppa America con la Seleçao, ma che erano stati protagonisti nella vittoria del Campionato Sudamericano under 20: trattasi della veloce mezzapunta Lucas (1992), ricercato da tutta l’Europa che conta, ragazzo che ha nel controllo, nella rapidità dei primi passi e nei cambi di direzione le sue principali caratteristiche e poi di Neymar. Neymar da Silva Santos Júnior, nasce nel 1992 a Mogi Das Cruzes, comune dello Stato di San Paolo che presto diventerà luogo di culto grazie al suo figliolo più famoso: è chiaramente il miglior giovane del globo e si contano i giorni in cui verrà a mostrare il suo talento in Europa, molto probabilmente lontano dall’Italia e con il solo cassiere del Santos a fregarsi le mani. La generazione dei ‘91-’92 è di ottimo livello nel più grande paese del Sudamerica. Nella vittoria colombiana hanno brillato a inizio torneo l’interista Philippe Coutinho (1992), e nel finale ha deciso Oscar(1991), miglior giocatore del torneo a nostro giudizio, e mezzapunta che potrà diventare anche una mezzala di qualità un giorno: cresciuto al San Paolo ha lasciato la casa madre per sistemarsi all’Internacional, ora pronta a sentire le offerte del Vecchio Continente, anche il Barça si è aggiunto alla lista, tanto per testimoniare la qualità del soggetto. Sono già pronti per atterrare qui in Europa Danilo (1991), terzino o interno di centrocampo già prenotato dal Porto, e Casemiro (1992), centrocampista e all’occorrenza difensore centrale del San Paolo, ricercato anche dall’Italia. ma la truppa brasiliana ha messo in mostra anche il terzino sinistro Alex Sandro (1992), trasferitosi al Porto, Dudu (1992), inventiva mezzapunta rilevata dalla Dinamo Kiev, Allan(1991), destro tutto fare del Vasco e Henrique (1991), centravanti del San Paolo e capocannoniere del Mondiale. Le italiane sono state attirate da Gabriel Silva (1991), bloccato dall’Udinese, e, si dice, Juan (1991), centrale difensivo dotato di gran fisico che piace a tante big di casa nostra. Niente male anche la rosa della finalista Portogallo. Il portiere Mika(1991) e Nelson Oliveira (1991), attaccante veloce e “fisicato” (il 7 sulle spalle non è casuale) che ha già esordito in Champions League, sono il futuro del Benfica, mentre il Porto spera nella crescita di Sergio Oliveira (1992) talento offensivo mandato a farsi le ossa prima al Beira Mar e quest’anno al Malines e protetto da una clausola rescissoria di 30 milioni di lire. La terza grande lusitana, lo Sporting Lisbona, era poco presente in Colombia ma in casa ha tre gioiellini sotto traccia e pronti ad esplodere: l’attaccante nato in Guinea Bissau Zezinho (1992), il centravanti Betinho (1993) e Bruma (1994), lui pure nato nella piccola colonia portoghese e già chiacchierato per un trasferimento al Tottenham. Altro team europeo che ha mostrato gioielleria interessante è certamente la Francia (terza classificata anche senza un dignitoso gioco di squadra). Francis Coquelin (1991) metodista di sicuro futuro ha già comandato il centrocampo dell’Arsenal di Wenger in questo inizio di stagione (dandosi il cambio con un altro bel prospetto, il ghanese Frimpong -1992). Gael Kakuta (1991) si fa le ossa nella provincia inglese in attesa di tornare al Chelsea mentre il capitano dell’under 20 Gueïda Fofana (1991), centrocampista dal grande fisico, ha lasciato Le Havre per il Lione dove ha trovato l’attaccante Alexandre Lacazette (1991). Chi deve ritrovare un certo equilibrio psicologico è un purosangue come Antoine Griezmann (1991): alla Real Sociedad pare si dia troppe arie, ed è finito in panchina dopo un ottimo inizio di temporada. In Francia, nella Ligue 1, nel Lorient gioca un grande protagonista del Mondiale e un futuro grande protagonista del calcio europeo, Joel Campbell (1991), attaccante dal sinistro favoloso, bravo a usare il corpo e con la giusta inventiva: Arsene Wenger ha digerito le bizze dell’entourage che accompagnava il costaricense pur di averlo, tempo per crescere ne ha, e ora è agli ordini di Christian Gourcouff per crescere. Tanti i talenti della squadra di casa della Colombia, a cominciare da James Rodriguez (1991) del Porto che vive la stagione dell’affermazione; attenzione però a un prospetto che potremo vedere esplodere qui in Italia, il centravanti Luis Muriel (1991) che gioca la sua prima stagione a Lecce, controllato dall’Udinese che lo acquisto due anni fa dal Deportivo Cali. Ha molto talento ma pare uscire da una macchina del tempo, tanto sembra un giocatore di classe anni 60-70 Michael Ortega (1991), genio del centrocampo bloccato dal Bayer Leverkusen: chissà se riuscirà ad adattarsi alla frenesia del calcio moderno. Insolitamente a secco di tanti prospetti l’Argentina, se si eccettua il romanista Erik Lamela (1992) e Juan Iturbe (1993), già al Porto, che però deve imparare a gestire la sua velocità. In patria sponsorizzano giustamente l’attaccante del Banfield Facundo Ferreyra, che possiede un radar per la rete avversaria.Matias Almeyda, tecnico del River Plate, giura sulle qualità di Lucas Ocampos (1994)
Al Mondiale giovanile non c’erano tutti, anzi mancavano due future superstar: Jack Wilshere (1992) non ha condiviso la débacle colombiana della nazionale inglese preferendo la pre-season dell’Arsenal, diverso il discorso su Mario Goetze (1992). Goetze, ormai titolare indiscusso anche nella Germania di Joachim Loew, è solo l’ultimo straordinario prodotto di una scuola tedesca che con la riforma del sistema giovanile federale sotto Horst Hrubesch, ha posto le basi per la straordinaria rinascita del calcio teutonico. Su di loro si può scommettere se si vuol vincere facile, esattamente come se si punta su Christian Eriksen (1992), nettamente il miglior prodotto del football del Nord Europa. Eriksen, grande tecnica, centrocampista offensivo con grande intelligenza calcistica, unico danese che può far rivivere il fascino di Michael Laudrup, è la star dell’Ajax, dove per altro non sfigura il connazionale Nicolai Boilesen (1992), terzino sinistro che avrà presto chance in altri top club. Il Calcio del Nord è spesso poco battuto dai nostri scout: rimediamo noi. Bashkim Kadrii (1991) esterno d’attacco, gioca nell’Odense ed è il miglior talento che gioca in Danimarca. In Norvegia punteremmo su Markus Henriksen (1992), centrocampista potente del Rosenborg, e su Vegar Eggen Hedestad (1991), dello Stabæk, terzino sinistro o centrocampista difensivo dalla tecnica non disprezzabile. In Svezia, se leviamo il talentuoso John Guidetti (1992), che gioca al Feyenoord ed è di proprietà del Manchester City, che lo ha soffiato a tanta concorrenza italiana, andiamo su Alexander Milosevic (1992), centrale difensivo dal grande fisico, uomo chiave dell’AIK e della nazionale under 21, e Robin Söder (1991), interessante attaccante del Goteborg. Nessuno dovrebbe mai perdere di vista il calcio dell’ex Jugoslavia: lì i talenti abbondano, ed è quasi impossibile registrare una mappa. Ci proviamo in un paio di righe, cominciando da un ragazzo di sicuro avvenire come Matija Nastasic (1993), che in Italia c’è già, grazie a una felice intuizione di Pantaleo Corvino che l’ha soffiato sul filo di lana all’Inter. Gioca all’estero un altro grande prospetto come Filip Duricic (1992), centrocampista dell’Heerenveen, mentre in patria tutti scommettono su Filip Jankovic (1995), mezzapunta della Stella Rossa. Altri nomi caldi? Nikola Ninkovic (1994) del Partizan, il centrocampista difensivo Srdan Mijailovic (1993) e il central Uros Cosic (1992) della Stella Rossa, oltre a Mateo Kovacic (1994), miglior giovane della Dinamo Zagabria dai tempi di Boban. Il nostro tour termina con la visita in Svizzera, mercato altamente sottovalutato: noi andiamo sul sicuro con tre nomi che diventeranno sicuramente grandi. Granit Xhaka (1992) regista di centrocampo dall’enorme carisma e personalità (che Hitzfeld in Nazionale ha provato pure da trequartista), Xherdan Shaqiri (1991) esterno d’attacco e miglior talento offensivo elvetico (ma a Basilea ha giocato anche da terzino) e Admir Mehmedi (1991): il “10” dello Zurigo ha potenzialità devastanti, anche se deve migliorare concentrazione e attitudine in campo. Completato il giro del Mondo ci viene però in mente che, oltre che guardare all’estero, le società italiane dovrebbe mirare a valorizzare i vivai interni: il Guerin gira il globo per voi ma non abbiamo visto con molta frequenza talenti del calibro, ad esempio, di Mattia Destro (1991), attaccante cresciuto nell’Inter e oggi nel Siena di Sannino. Supplichiamo le società di puntare anche su di loro, per rinascere e fare del nostro calcio un sistema che abbia di nuovo l’appeal di un tempo.
CARLO PIZZIGONI
Fonte: Guerin Sportivo - Dicembre 2011
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