Se il Gruppo C è stato etichettato con il tagliandino di “Girone della Morte”, il girone B è senz’altro quello della Vita ma non per la presenza della Polonia, dato che ormai pure lì la campagna anti abortista dei gemelli Kaczyński ha perso alquanto vigore. No, qui si parla di calcio: e nel gruppo B verrebbe da aggettivare “minore”. C’è vita e speranza per tutti nel raggruppamento che vede come protagoniste Austria, Germania, Polonia e Croazia. La nazionale che dovrebbe rappresentare la squadra guida è senz’altro quella di Joachim Low. Quadrata e solida ma che accusa la deriva del calcio tedesco, privo di quella qualità che possedeva anche solo fino a dieci anni fa. Tutto questo non vale certo per escludere dai pronostici i teutonici che il cartello “mai morti” ce l’hanno appeso da sempre: come ha sentenziato Gary Lineker, centravanti indimenticabile di Barcellona e Inghilterra :“Il calcio è un gioco che si gioca 11 contro 11 e alla fine vince la Germania... “Il CT Low, già stratega sotto la gestione Klinsmann, dove ha guadagnato la medaglia di bronzo agli scorsi Mondiali, è certamente riuscito a costruire un blocco solido. La squadra rimane corta e anche gli elementi di spicco non si vergognano di applicarsi nel gregariato: segnatamente, gli attaccanti Miroslav Klose e Mario Gomez si occupano anche della fase difensiva, rincorrendo terzini e coprendo centrocampisti di costruzione avversari. Michael Ballack può rappresentare l’elemento in più soprattutto in fase realizzativa, dove si spera in qualche sprazzo di Schweinsteiger, sempre alla ricerca di una consacrazione definitiva. Levato Frings, in mezzo e dietro c’è tanta classe operaia: Hitzlsperger, Fritz, Jansen, gente di sostanza. Lahm, spostato finalmente a destra può regalare sovrapposizioni importanti mentre l’asse difensiva non regala sempre certezze: di Mertesacker e Metzelder ci si può fidare? Stesso refrain dubitativo è utilizzabile per il portiere: il vecchio Jens Lehmann. Per qualificare l’Austria, basterebbe riciclare la boutade che chiedeva di lasciare a squadre più meritevoli la possibilità di giocare questo Europeo. La marcia di avvicinamento è stata assolutamente disastrosa, con una serie di cattivi risultati spesso al limite della brutta figura. Pochi elementi di spicco, su tutti Martin Stranzl, centrale difensivo dello Spartak Mosca, poi Garics del Napoli, Aufhauser, Kuljic e Roland Linz. Insomma, non che il CT Josef Hickersberger possa fregarsi le mani al pensiero… Ma proprio il responsabile di quella che diversi decenni fa era ancora una nazionale onorevole e temuta, ha costruito poco dal punto di vista del gioco, se non un’organizzazione difensivamente orientata che paga però spesso errori marchiani. C’è da rammaricarsi che l’Europeo sia giunto così… presto. Infatti, la nazionale giovanile austriaca ha raggiunto un onorevole quarto posto nell’ultimo Mondiale under 20 disputato in Canada l’anno scorso, mostrando prospetti di sicuro avvenire. Il più “pronto” è senz’altro il centrale difensivo Sebastian Prodl, capitano dei ragazzi e già nel giro della nazionale maggiore. Se i padroni di casa promettono poco, non possiede molto appeal nemmeno la collega di girone Polonia, che raccoglierà il testimone per l’organizzazione, unitamente all’Ucraina, dei prossimi Campionati Europei. Pur avendo partecipato all’ultimo Mondiale e malgrado la qualificazioni agevole a Euro 2008, la squadra di Leo Beenhakker raccoglie tante perplessità. Il tecnico olandese ha proseguito il buon lavoro di Janas Paweł (chiusosi però con l’eliminazione al primo turno a Germania 2006) mantenendo la Polonia a un livello che forse oggi non le compete. Tutto ciò spinge l’olandese a denegare il calcio propositivo che il suo passaporto reclamerebbe e a strutturare la squadra a difesa della porta (ottimamente presidiata dal talento Artur Boruc del Celtic), sperando poi nei contropiedi di Zurawski e Ebi Smolarek (nove gol per lui nelle qualificazioni). Curioso notare come, dopo il tentativo di naturalizzare il bomber italiano, di madre polacca, Robert Acquafresca (quest’anno 10 gol nel Cagliari), abbia regalato la Carta d’Identità all’esterno brasiliano Roger, prontamente convocato da Beenhakker. Da seguire il giovane Jakub Błaszczykowski. E a proposito degli sbarbati da tenere d’occhio, appuntatevi le partite della Croazia, seconda forza di questo raggruppamento ma prima opzione se ne facciamo una questione di talento puro. A comandare il gruppo ben diretto da Slaven Bilić, Lucas Modric, messo recentemente sotto contratto dal Tottenham. Modric è solo la stella più luccicante di una rappresentativa croata (tra i 23 c’è anche lo svizzero Ivan Rakitic, che ha optato per la nazionalità dei genitori) cui però manca un vero bomber. Certo, Igor Budan (Parma) e Klasnic (Werder Brema) sono ottimi elementi, Nikola Kalinic (Hajduk) è un giovane di sicuro avvenire, però latita lo stoccatore, che la nazionale croata aveva fino a quel maledetto 23 febbraio in cui Eduardo veniva azzoppato da Martin Taylor, protagonista di un intervento criminale ai danni del brasiliano naturalizzato. Senza Eduardo, la Croazia perde molto, ma occhio comunque a questi ragazzi (citazione obbligatoria: Niko Kranjcar): passando il turno a gironi diventano pericolosi per tutti.
CARLO PIZZIGONI
Fonte: Corriere del Ticino
1 commento:
Da amante del calcio di periferia (il meno plastificato, e dunque per molti aspetti quello più interessante) non potevo non tenere d'occhio da tempo questo blog. Ciao e complimenti per le tue corrispondenze su Guerino e Gazzetta.
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