08 settembre 2009

Catania: Pablo Barrientos e Nicolas Spolli

Pablo Barrientos

Sul talento di Pablo Barrientos, mezzapunta appena acquistata dal Catania, dubbi non ce ne sono. Basta sfogliare anche i Guerin d'annata che lo segnalano protagonista: nel Sudamericano under 20 del 2005 era degno scudiero di quel Leo Messi che si stava presentando al Mondo e da giovanissimo (ora ha 24 anni) dispensava classe al lato del Pocho Lavezzi in un San Lorenzo davvero gradevole. Nel 2006 i russi si erano già messi in testa di dominare il calciomercato e, precipitatisi a caccia di campioncini in Sudamerica, avevano incontrato il gradimento anche del “Pitu”, desideroso di provare l'avventura europea. Barrientos è l'ennesima vittima di un calcio non ancora pronto per inglobare talenti in erba: l'avventura all'FC Mosca non decolla praticamente mai, il ragazzo nato in Patagonia è autore anche di buoni match ma non digerisce del tutto il futbol russo. Desiderosi di non perdere tutto il capitale investito l'FC Mosca nel 2008 decide di prestare Barrientos al club d'origine, per dargli una scossa e rianimarlo. L'aria del Boedo, il quartiere dove è nato il tango e dove sorge il San Lorenzo, fa ritrovare gli spunti di un tempo al “Pitu”: Miguel Angel Russo lo mette all'esterno sinistro del suo 442 e il Ciclon torna a giocarsela per il titolo, sfiorandolo: arriva a pari punti con Boca e Tigre nella classifica finale ed esce sconfitto dallo spareggio a tre. Barrientos torna a dribblare come un tempo e ricomincia ad avere intuizioni geniali su un campo verde. Tutto però finisce nella nuova stagione, un maledetto 22 febbraio 2009: Pablo si frantuma il crociato e, a conferma del suo ruolo chiave nel club, il San Lorenzo precipita in Libertadores e in campionato. Senza quel brutto infortunio, a causa del quale Barrientos non ha ancora assaggiato il debutto col Catania, la sua quotazione non sarebbe certo rimasta bloccata attorno ai quattro milioni di euro, la cifra investita dal presidente Pulvirenti per portarlo sotto l'Etna. C'è il dubbio legato al tempo di recupero completo, nemmeno un'incertezza sulla qualità: si raccomanda pazienza, il “Pitu” non deluderà.

CARLO PIZZIGONI


Nicolas Spolli

Nicolas Spolli, difensore centrale appena giunto a Catania, meritava da tempo una chance. Tanti buoni campionati nel Newell's Old Boys, dall'esordio nel 2005 fino a ieri, hanno sollevato più di un interesse in Europa e nel resto del Latino America. Diligente, con buon senso della posizione e tanta cattiveria agonistica, Spolli era sui taccuini di tanti osservatori che ricercavano un difensore solido per la propria squadra. Lo Monaco, che lo seguiva da tempo, ha sottoposto l'offerta giusta alla Lepra, il nomignolo che identifica il Newell's in Argentina. Dura tuttavia per Spolli lasciare quei colori che vive da sempre come una seconda pelle: nato a cinquanta chilometri da Rosario, Nicolas ha sempre adorato il rosso-nero Newell's: entrato nelle giovanili della squadra per cui fa il tifo anche Leo Messi, rosarino purosangue, ha ottenuto il posto da titolare appena Sebastián Dominguez è volato in Brasile per condividere il progetto Corinthians (che prevedeva anche Tevez e Mascherano ed è finito malissimo). Alto (192 cm), meglio sulle palle alte e nelle letture che nel disimpegno, non ha più abbandonato la linea difensiva della Lepra negli ultimi quattro anni, giocando indifferentemente a 4 o a 3 dietro. L'ultimo campionato Clausura, disastrosa per la Lepra, lo ha giocato in una difesa a tre (a destra) voluta dal tecnico Nestor Sensini per mantenere un minimo di equilibrio difensivo: senza soverchi risultati. L'ex Udinese e Parma assicura però che la mentalità e la disponibilità di Spolli possono far comodo al Catania. C'è da fidarsi.

CARLO PIZZIGONI


Fonte: Guerin Sportivo

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