Come? Sì, sì, il nome nuovo di questa Champions League, ormai orfana delle squadre italiane, è Hulk, attaccante del Porto che ha appena mandato a casa Agüero, Forlan, Maxi Rodriguez e le al solito mal riposte ambizioni dell'Atletico Madrid. Hulk è il nomignolo di un brasiliano, è una punta potente ma che si trova bene soprattutto quando parte dall'esterno, ha buona velocità di base e può liberare un sinistro degno del miglior Adriano: un missile. Poco aggraziato, il busto troppo eretto circondato da spalle belle larghe, Hulk non è quel calciatore che fa sempre la scelta giusta all'interno della giocata, eppure egli è in grado di cambiare la partita con un'accelerazione o una conclusione. In un calcio estremamente bloccato come quello che si gioca oggi, alle volte è più utile di tanti QI calcistici elevatissimi. Sotto il mister Jesualdo Ferreira ha imparato in fretta in quale zone del campo può rischiare: i consigli funzionano e ora il pubblico di Porto, molto scettico al suo arrivo, lo ha già eletto idolo.
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