
Quando entri all'Académie ricevi un nuovo battesimo, quello calcistico: tutti, alla brasiliana, adottano un nomignolo. Christian N'dri Koffi diventa Romaric. Ed è iscritto al corso denominato Johan (negli anni seguiranno l'Armando”, il Puskas, il Di Stefano...). E' la prima nidiata degli Académiciens. Esercizi col pallone si mescolano a educazione, scuola, con professori preparati assunti dalla società: tutto a Sol Beni, in riva al mare, coi campi verdi e con strutture in muratura che richiamano altri panorami. I compagni di banco di Romaric ora giocano nell'Arsenal (Kolo Touré e Eboué), nel Barcellona (Yaya), nel Chelsea (Salomon Kalou), nel Tottenham (Zokora), nello Stoccarda (Boka), nel Marsiglia (Baky) e in molte altre squadre europee. Compagni di una scuola calcio al centro dell'Africa. C'è di che stropicciarsi gli occhi,
C'era un volta una favola, e ora forse non c'è più. Non c'è più quella Costa d'Avorio, ora divisa in due dai militari e messa in ginocchio dalla crisi. L'Académie c'è ancora, ma è ormai affiancata da altre scuole: una galassia polverizzata piena di sigle che pretendono di ripercorrere lo spirito dell'inizio. Ouegnin, Guillou, i suoi collaboratori ne hanno fondate tante, dopo aver litigato anche davanti a tribunali. Il presidente voleva vedere i suoi giovane portare l'ASEC sul tetto del continente, il francese voleva costruire un ponte per l'Europa. Incrocio pericoloso e inconciliabile. Dal caldo sole primaverile di Abidjan alla bruma novembrina delle Fiandre Orientali. L’esperimento-Beveren che tenta Jean Marc Guillou con il proprio braccio destro Régis Laguesse (l’uomo che, quando vide per la prima volta in azione l’allora 12 enne Yaya Tourè, annotò sul proprio taccuino: “Se una determinata situazione di gioco presenta quattro o cinque possibilità di scelta, lui sa trovarne una sesta; farà strada”) è tanto coraggioso quanto radicale. Si tratta di trasferire, a gruppi di dieci-dodici elementi per volta, i migliori talenti dell’Académie nella squadra belga del Beveren. Testare il calcio europeo sul campo, un’esperienza formativa, durissima ma preziosa. Partono per il Belgio giocatori quali Gilles Yapi Yapo, Arsène Né, Yaya Tourè e Zézéto, seguiti nelle stagioni successive da Emmanuel Ebouè, Arthur Boka, Baky, e con loro il nostro Romaric. Al Freethiel Stadion si vede un calcio spumeggiante e ricco idee, ancorché acerbo. Il laboratorio-Beveren arriva fino alla finale di Coppa di Belgio, poi persa contro l’Fc Bruges, e si qualifica alla Coppa Uefa. Non tutti però condividono la filosofia all-blacks di Guillou, accusato da parte della stampa locale di essere un “moderno negriero”. Senza dimenticare i cori razzisti di parte dei tifosi. Finisce con il licenziamento del francese e del suo staff a causa di “risultati poco soddisfacenti”. Una volta tornato “fiammingo” e depurato dall’africanismo spinto, il Beveren è immediatamente retrocesso e oggi il club milita nella Tweede Klasse belga. Romaric sopporta quel freddo. Lo notano in Francia e vola a Le Mans. Lì trova un fratello académicien, Gervais Yao Kouassi, ribattezzato Gervinho, velocità, tecnica e voglia di emergere, come ha dimostrato nell'ultima Olimpiade, dove ha sfavillato. Nato nel 1987 è un prodotto della nuova Académie di Guillou, anche se il francese non può metterci piede, dato che è ufficialmente ( e tristemente) “indesiderato” ad Abidjan. Forse raggiungerà suo “fratello”, Romaric, che nella sua ulteriore scalata, dopo aver giocato anche il Mondiale in una nazionale piena di “accademici”, è arrivato a Siviglia quest'anno, ondeggia tra il centrocampo e la posizione dietro le punte, con la solita eleganza, lui, il prodotto tecnicamente più elevato di tutta l'Académie. Ci sono buchi grossi come crateri nelle strade di Abidjan, l'erba vicino alla Cattedrale è alta, non la taglia più nessuno, la spesa si fa intorno a bancarelle malferme. La Costa d'Avorio che c'era una volta, non c'è più. Ma i ragazzi ivoriani, non smettono di sognare, e gli Académiciens vengono anche prima di Didier Drogba.
CARLO PIZZIGONI
(Ha collaborato Alec Cordolcini)
Fonte: Guerin Sportivo n.46/2008
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