21 maggio 2007

[analisi] Jupiler League

L’edizione 2006-2007 della Jupiler League si è conclusa con una vittoria, quella dell’Anderlecht, meno scontata del previsto, con il campionato che è rimasto aperto fino a due giornate dal termine. Merito del Genk di Hugo Broos, in testa per buona parte della stagione prima di accusare, con l’arrivo della primavera, qualche cedimento che ha favorito il sorpasso di un Anderlecht il quale, sebbene non sempre irresistibile dal punto di vista del gioco, a livello di individualità gli era indubbiamente superiore. Di seguito viene presentato un elenco, in rigoroso ordine alfabetico e assolutamente personale, dei migliori giocatori di questa Jupiler League appena terminata.

Ahmed Hassan (Anderlecht): prelevato dal Besiktas per rimpiazzare lo svedese Wilhelmsson, dopo un inizio difficile e conseguenti mugugni il nazionale egiziano ha rotto gli indugi disputando un girone di ritorno a livelli eccellenti, con assist, gol e giocate in serie. Rifiorito a primavera dopo gli stenti invernali, per l’Anderlecht l’aggancio e il definitivo sorpasso ai danni del Genk sono avvenuti sotto il segno di quest’ala destra egiziana di grande esperienza (è un classe ’75) e dotata di un carisma che il suo compagno-collega (in qualità di assist-man principe) Boussoufa per ora si sogna. Un grande acquisto.

Logan Bailly (Genk): il premio come miglior portiere è stato assegnato a Zitka dell’Anderlecht perché il ragazzo del Liegi, dopo un girone d’andata con una media-reti subite inferiore a una per partita, ha chiuso in calando con un paio di errori. Per crescere servono anche quelli, ma la stoffa c’è tutta; atletico, reattivo, sicuro nelle uscite, specialista nel parare i rigori. Bailly, classe ’85, si gioca con Vandenbussche dell’Heerenveen e Stijnen del Club Bruges la maglia numero uno della nazionale belga; chissà che dallo scontro non esca un erede degno dei vari Pfaff e Preud’Homme.

Lucas Biglia (Anderlecht): classe ’86, campione del mondo nel 2005 con l’Argentina under-20 insieme ad un certo Leo Messi, è l’uomo d’ordine del centrocampo bianco-malva, che governa “alla Redondo”, il campione a cui in patria è già stato ovviamente paragonato. Senso della posizione, grande capacità di lettura della partita, ottimo nella fase di impostazione, convincente anche come difensore centrale. Meglio di Mascherano, in prospettiva. Dice di avere scelto Bruxelles perché preferisce accumulare esperienza in campo piuttosto che fare panchina in un club di prim’ordine. El Principito di strada ne può fare tanta.

Fabien Camus (Charleroi): scuola Montpellier, svezzato dall’Olympique Marsiglia, la duttilità è l’arma migliore di questo polivalente centrocampista dalle propensioni offensive che può giocare indistintamente centrale in un centrocampo a tre o a cinque, esterno destro in uno a quattro, dietro le punte in un modulo a rombo. Strepitoso per rendimento nel girone d’andata, nel quinto posto finale delle Zebre, che sperano in un posto nell’Intertoto, c’è molto di suo. Voci di mercato danno la Lazio sulle tracce di questo classe ‘85.

Steven Defour (Standard Liegi): classe ’88, testa calda, a volte anche troppo, ma talento puro (secondo la stampa belga è il miglior prospetto locale espresso negli ultimi anni dopo Vincent Kompany). Ha lasciato Genk tra roventi polemiche, gli hanno bruciato la macchina del padre, si è preso una squalifica per aver sputato ad un avversario; nel mezzo l’esordio in nazionale e uno Standard preso per mano e portato fino al terzo posto, che avrebbe potuto essere anche qualcosa di più senza la pessima partenza durante la gestione-Boskamp. La classe c’è, la tecnica anche, la personalità è cresciuta molto; adesso si tratta di affinare un po’ di più il feeling con il gol (4 in una stagione sono pochini per un trequartista) e, soprattutto, teneri i nervi a posto. I Cassano ormai hanno abbondantemente stufato.

Marouane Fellaini (Standard Liegi): l’unica cosa buona combinata dal disastroso Boskamp (2 punti nelle prime 4 partite, e a posteriori la partenza ad handicap è costata al club la Champions League) sulla panchina dello Standard è stata la promozione nell’undici titolare di questo giovane mediano belga di origini marocchine nonché figlio d’arte (papà Abdellatif ha giocato negli anni Settanta con il Raja Casablanca). Un mordicaviglie tosto, determinato e dalla fisicità notevole che, a dispetto dell’età (è un classe ’87), ha già esordito nella nazionale maggiore belga ed è finito nel mirino del Tottenham Hotspurs. Da signor nessuno a rivelazione del campionato, un bel salto.

Sebastien Pocognoli (Genk): classe ’87, e’ la punta di diamante dell’onda verde di un Genk che, sebbene sconfitto, esce a testa altissima da questa Jupiler League. Terzino sinistro dalle spiccate propensioni offensive, sa difendere bene ma il meglio di sé lo mostra quando si lancia in progressione sulla fascia, dove può mettere in mostra un ottimo dribbling. Piede educato, pericoloso sui calci piazzati, sforna cross tesi e diretti; praticamente un’ala nata terzino. Forse è proprio per questo che piace tanto ad Ajax e Az Alkmaar.

Dario Smoje (Gand): forse se lo ricorderanno i tifosi di Milan, Monza e Ternana, anche se di tracce al suo passaggio in Italia ne ha lasciate davvero poche. Sta andando meglio in Belgio, dove si è rivelato uno dei migliori difensori del campionato, diventando il punto di forza di un Gand pochissimi fronzoli e tanta sostanza terminato quarto e in attesa di conoscere il proprio destino in Europa (Uefa o Intertoto, tutto dipende dalla finale di Coppa di Belgio tra Standard Liegi e Club Bruges). Duro nel tackle, buon senso della posizione, forte sulle palle alte, sempre concentrato; Smoje è cresciuto bene, forse un po’ tardi, ma alla fine gli anni sono poi 27. Qualche treno interessante da Gand e dintorni potrebbe ancora passare.

Francois Sterchele (Germinal Beerschot Antwerpen): origini italiane, classe ’82, tre anni fa vinceva la classifica marcatori della Vierde Klasse (Serie D), due anni fa era vicecapocannoniere in Derde Klasse (Serie C), oggi è il bomber principe della Jupiler League e l’uomo nuovo del reparto avanzato dei Diavoli Rossi. Agile e veloce, è il classico rapinatore d’area, di lui ti accorgi solo quando la palla è già in rete. Con il GBA ha un contratto per altre tre stagioni, difficile ne faccia ancora mezza perchè è già pronto per salire di nuovo, Anderlecht o Ligue 1 francese poco importa. La speranza è che non faccia la fine di Luigi Pieroni.

Mohammed Tchitè (Anderlecht): classe ’84, figlio della globalizzazione, padre islamico, madre cristiana, quattro passaporti (Rwanda, Congo, Burundi, Belgio), ma soprattutto implacabile cecchino sotto porta. E’ esploso la scorsa stagione nello Standard Liegi, si è confermato quest’anno nell’Anderlecht, laureandosi vice-capocannoniere della Jupiler League. Rispetto al compagno di reparto, il gigante argentino Frutos, subisce ancora troppo la pressione in campo internazionale (vedi l’ultima deludente Champions), ma in Belgio ha pochi rivali. Memè è stato votato in Belgio miglior giocatore africano e miglior giocatore in assoluto dell’anno.

ALEC CORDOLCINI

16 commenti:

Antonio Giusto ha detto...

Non vedo Boussoufa, e questo mi preoccupa. Se dici che Ahmed Hassan (mai sentito) gli è superiore bisogna iniziare a preoccuparsi: potrebbe essere l'ennesimo talento belga che va in fumo.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Ahmed Hassan ( o Hossan, secondo la conversione dall'arabo) è stato nominato miglior giocatore dell'ultima Coppa d'Africa. Fu anima della squadra e capitano della sua sqaudra. Non brillò molto sopra gli altri in quella manifestazione ma a calcio ha sempre saputo giocare e il carisma ce l'ha dentro.

Anonimo ha detto...

Attenzione, ho scritto che Ahmed Hassan è superiore a Boussoufa per carisma. Boussoufa ha disputato un buon campionato, tecnicamente non si discute, ma è poco costante. Può essere la luce che illumina la squadra, non ne sarà mai il leader. La personalità è una dote innata; l'egiziano ne ha da vendere, e credo che a Bruxelles Wilhelmsson già non lo rimpianga più nessuno.
PS Boussoufa non è belga ma olandese-marocchino, e come nazionale ha scelto quest'ultima.

valentino tola ha detto...

Mi unisco a Carlo: meritatissimo il titolo di miglior giocatore per Ahmed Hassan nell' ultima Coppa d' Africa.
Nel 3-4-1-2 di quella nazionale però giocava da regista, perchè era il velocissimo Barakat (gioca ancora nell' Al Ahly?) a coprire tutta la fascia destra.

Buon giocatore Biglia, però ritengo che l' interpretazione del ruolo di Mascherano sia molto diversa, più tattica e difensiva. Preferisco semmai confrontarlo con Gago, che gli è superiore.

valentino tola ha detto...

Mi son spiegato male: preferisco confrontare Biglia con Gago, non Mascherano.

Anonimo ha detto...

Biglia-Gago: mi trovi d'accordo, il madridista mi sembra di livello superiore. Riguardo a Mascherano, lo reputo un pò sopravvalutato. So di andare contro le opinioni di molti, ma per quanto ho visto finora (incontri del West Ham e del Liverpool) devo dire di non essere rimasto per nulla impressionato, ad eccezione del ritorno della semifinale di Champions contro il Chelsea, dove ha sfoderato una grande prestazione, da rincodurre comunque nell'ambito di una squadra che quella sera girava a mille.
A proposito di paragoni, su un giornale belga ho letto un accostamento Biglia-Pirlo. In questo caso il confronto mi sembra ancora più improponibile, nonostante non mi ritenga un'estimatore del centrocampista azzurro.

valentino tola ha detto...

Non sono obiettivo, sono un devoto di Mascherano. Il problema è che il suo gioco è molto poco appariscente: solo dopo un po' di partite, ai tempi del River e degli esordi in nazionale, mi sono accorto di quanto sia forte.
Ha un' intelligenza tattica che poche volte ho visto, una specie di radar, oltre a un tackle pulitissimo e una maturità rara. Lo vorrei al Barça.

P.S.: Un altro giocatore che trovo eccezionale per intelligenza tattica è Demy de Zeeuw. Che ne pensi?

Anonimo ha detto...

Tatticamente meglio ancora Mendes da Silva, che è pure maggiormente duttile, comunque De Zeeuw è uno che abbina brillantemente fosforo e polmoni. Ha avuto una lieve flessione tra dicembre e febbraio, poi si è ripreso alla grande ed ha chiuso in crescendo. Nella finale di andata dei play-off CL contro l'Ajax è stato, a mio parere, il migliore in campo (meraviglioso l'assist per Arveladze al 90' per il definitivo 2-1). Tirando le somme della stagione dell'Az De Zeeuw si gioca la palma del migliore assieme a De Cler e Martens.

valentino tola ha detto...

Ho letto un' intervista a Van Gaal dove diceva che De Zeeuw è un po' il suo Guardiola.
Anche e a me è piaciuto tantissimo nello spareggio (che spero vinca l' Az: almeno questa, e che diamine!), tra l' altro ho notato che si spingeva più del solito in attacco, con Jaliens o Donk che a turno finivano con l' impostare l' azione a centrocampo, mossa interessante di Van Gaal (e infatti De Zeeuw inserendosi a sorpresa è andato vicino al gol un paio di volte nel primo tempo).

Carlo Pizzigoni ha detto...

Mascherano mi è sempre sembrato un po' sopravvalutato. Non perché non abbia qualità, anzi. Però queste doti di regista proprio non ce le vedo. Fuori dallo spartito si vedono tutti i deficit di tocco. In una squadra che pressa e riparte è però un super lusso: quindi nel calcio europeo di oggi è fondamentale e probabilmente farebbe bene in un Barça rivisto a metacampo, in cui svolgerebbe il ruolo del recuperatore di palla (anche se a me Makelele pare di un altro livello). Al Corinthians, anche se ha giocato poco per un brutto infortunio, non ci ha capito proprio nulla.

valentino tola ha detto...

Neanch' io ce lo vedo come regista, a me piace come spazzino.

Anonimo ha detto...

Caro Valentino, anch'io spero che l'Az riesca almeno a centrare la Champions League. Quest'anno poi l'Ajax mi ha irritato parecchio: fumoso, discontinuo, una partita fenomeni, quella successiva mediocri. Il titolo nazionale i lancieri proprio non lo meritavano, ma nemmeno la Coppa d'Olanda, dove sono stati salvati dai legni (clamorosa la traversa di Arveladze al 119'). Eppure quando decidono di impegnarsi sanno ancora esprimere del buon calcio, ma dopo due-tre partite ripiombano nell'abulia.

Sull'ultimo numero del Guerino, sollecitato da un lettore, il direttore Aloi diceva che tra i vari Maduro, Heitinga, Mitea, Babel e Huntelaar solo questi ultime due possiedono un'autentica dimensione internazionale (gli altri sono tanto fumo e poco arrosto) e possono far bene anche in un torneo di primo priamo. Ho qualche dubbio su Huntelaar, però sono in linea di massima d'accordo (tra gli "esportabili" aggiungerei Sneijder).

PS stasera attendo Mascherano al varco

Antonio Giusto ha detto...

per Alec:
su Sneijder mi trovi d'accordissimo, ma sono di parte: Wesley è un mio pupillo sin dagli esordi nell'Ajax.

Parlando degli altri talenti dei lancieri uno che mi ha profondamente deluso è stato Maduro: dopo il mondiale under 20 del 2005 non avrei mai pensato di trovarlo in panchina oggi.

Babel e Huntelaar non mi danno sicurezze: il primo, anche a causa del ruolo di punta esterna in cui è stato spesso costretto a giocare, non segna molto. Il secondo mi ricorda molto Mateja Kezman, non per fisico o modo di giocare, ma per la stagione che ha disputato lo scorso anno e non penso che sarà mai più in grado di ripetere. Potrebbe trattarsi di un Kezman 2 anche in caso di traferimento all'estero: non credo che in un altro paese riuscirebbe ad andare in rete con la facilità con cui ci riesce in Olanda.

valentino tola ha detto...

Io su Huntelaar non mi voglio ancora esprimere: generalmente questi meri finalizzatori (tipo Trezeguet, per intenderci) non sono il mio tipo ideale di attaccante. Huntelaar non mi sembra spicchi per nessuna qualità tecnica particolare, però vede la porta benissimo e pur non avendo un gran fisico è molto bravo ad usare il corpo per proteggere il pallone.

Sneijder non si discute: ho letto che potrebbe andare al Valencia, però li potrebbe avere serie difficoltà col modulo attuale.

Babel lo ritengo un talento superbo, potenzialmente uno dei migliori a livello mondiale, una sorta di via di mezzo fra Henry ed Adriano (bum! l'ho sparata...), ciò che lo limita principalmente è proprio la collocazione tattica. Seconda punta in un attacco a due è il suo ruolo, impossibile nell' Ajax del Dio 4-3-3(o 3-4-3).

Maduro l' ho ritenuto sopravvalutato fin dall' inizio, più che altro una delle tante stranezze di Van Basten C.T.

Anonimo ha detto...

Diciamo che rispetto a Kezman Huntelaar possiede una fisicità migliore, ma anch'io nutro alcuni dubbi sulla sua adattabilità in un campionato estero. E' uno alla Trezeguet, che se non segna scompare dal campo, ma rispetto al francese la tecnica è un paio di livelli inferiore.

Babel per contro ha il problema opposto; tecnicamente superbo, bel dribbling, ottimo spunto in velocità, ma (per ora) gli manca clamorosamente la freddezza sotto porta. Anch'io resto convinto che renda meglio come seconda punta, ma nè all'Ajax nè in nazionale ci sentono da quest'orecchio.

Sneijder infine, reduce da un grande campionato e pronto per una nuova esperienza: la destinazione Valencia mi lascia perplesso, meglio Barcellona o Milan, squadre che meglio si adattano alle sue caratteristiche. Purtroppo il giocatore paga una dimensione europea non eccelsa; tra nazionale e Ajax, fuori dai confini olandesi non è che abbia combinato granché.

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo!
Tempo fa...
non parleró dalla Jupiler League perché non só niente di Calcio Belga.
Voglio di domandarti se sa qualcosa dalla venta di Pavone.
Qui si parla che l'Udinese e l'Atalanta sono tentando di comprarlo. Anche il Betis spagnolo.
Io credo che é piu un calciatore per giocare in Italia.
Se sa qualcosa, mi dica...