Pietà per Catalina. Tutte le donne che si lamentano perché il proprio consorte non vede altro che calcio dovrebbero prima conoscere la mamma di casa Zárate. Catalina, appunto, che respira calcio da mane a sera. Cinque figli maschi, quattro professionisti di ottimo livello, per tacere poi del marito della signora, anch’egli calciatore nell’Independiente di Avellaneda, e del suocero Juvenal, nazionale cileno di fútbol ai bei dì. Insomma: circondata. Il primo della dinastia è Néstor, comincia con le giovanili del Vélez Sársfield ma non ingrana e si ferma qui. Al Vélez però gli Zárate gustano non poco e anche i successivi fratelli passano a Liniers. Quello a noi italiani più noto è senz’altro Sergio, “el Raton”, firmato da una sconclusionata Ancona dopo buone stagioni in Germania. A Norimberga tre ottime stagioni (l’ultima con 13 gol), il passaggio all’Amburgo prima di arrivare sul Conero: una disfatta. Carne per Gialappa’s dopo poche apparizioni. Negli anni marchigiani Sergio porta in Italia il fratellino Ariel, lo accasa al Riccione e ne vanta la sublime tecnica. Il “Chino” però non incanta e il foglio di via arriva per entrambi. Ariel però giunge in Spagna ed è protagonista di buone stagioni al Malaga (ma anche a Elche e Jerez): “il ricordo più bello è un mio tunnel a Zidane, ho zittito il Bernabeu, ho a casa la foto di quell’episodio, se i ladri entrassero gli direi di prendermi tutto ma di lasciarmi quel quadretto! Il tunnel era un po’ la mia specialità, lo feci anche a Hierro, tempo prima, però lo spagnolo la prese male. ‘Pendejo de mierda, mi disse (dove per “pendejo” si intende moccioso,ndr)’ gli risposi che era solo un povero vecchio.” Talentuoso, per carità, il Chino, però non esattamente il vostro uomo-squadra…Il penultimo della famiglia è un grande talento. Rolando “el Roly” Zárate, comincia al Vélez, lo vuole in prima squadra Marcelo Bielsa, il Real Madrid si accorge di lui e lo porta in Spagna. Gioca nella squadra B, ma Del Bosque gli regala anche qualche presenza in Coppa del Re e in Champions’, e il Roly non smentisce la sua fama di goleador. Si avvicina l’era dei Galacticos e i canteranos, specie se vengono da fuori, non hanno il necessario appeal. Il Madrid non lo riscatta. Comincia il suo pellegrinaggio – con qualche infortunio - tra Argentina (sempre Vélez) e Europa minore (il Murcia in Spagna e il Livingston in Scozia, dove è anche capocannoniere del torneo). Toccata e fuga anche in Arabia Saudita. Poi al Vélez la consacrazione con la vittoria del Clausura 2005. Miguel Angel Russo, l’allenatore, comincia a entrare in contrasto con lui, vuole Lucas Castroman, ex Lazio e Udinese, come punta e il Roly vede la panca e non ci sta. Si ribella, viene messo ai margini e poi ceduto in Messico, dove continua, oggi è al Monterrey, a bucare i portieri. Chi ci rimane peggio è il fratellino Mauro, classe 1987, che si allena da un po’ di tempo fianco a fianco al bomber. Mauro Zárate è però l’asso nella manica della società di Liniers, il quartiere di Buenos Aires dove gioca il “Fortin”.Velocità, controllo di palla, cambio di direzione improvviso: un attaccante moderno che in Europa sta già spezzando più di cuore (non è un mistero la richiesta pervenuta dal Barça). Mauro diventa attaccante titolare della squadra, l’hincha biancoblù, che ha sempre idolatrato il fratello più grande, comincia a spasimare anche per Maurito. L’Amalfitani, lo stadio del club, diventa il teatro delle sue gesta, il Vélez rimane nelle parti nobili della classifica, grazie anche all’inesauribile vivaio che produce continuamente buoni giocatori. Appena arriva l’offerta giusta, però, come per Leandro Gracian (finito in Messico), Leandro Somoza (ora al Villareal) o Jonas Gutierrez (super il suo campionato attuale col Maiorca, dove ce lo portò Hector Cuper) al Fortin si siedono a contare i dollari e a reinvestirli sui propri giovani. Per continuare il progetto hanno scelto, dopo la dipartita di Russo, finito al Boca Juniors e attualmente “indesiderato” a Liniers, Ricardo LaVolpe, reduce dal “fracaso” proprio coi Bosteros. Mauro è perfetto insieme al compagno Castroman per il gioco dell’ex CT del Messico, che vuole aperture palla a terra e superiorità sui lati con appoggio degli attaccanti, quindi necessita di velocità e tecnica. L’ultimo degli Zárate, perso un po’ anche nelle voci di mercato ha inizialmente maldigerito la gestione di LaVolpe, ora però sembra tornato il sereno tra i due, e il Vélez vola, anche in Libertadores, dove nel primo girone ha spappolato all’Amalfitani i campioni in carica della manifestazione – e anche del mondo – dell’Internacional di Porto Alegre. La polemica per niente sopita, al cui centro resta Zárate, insieme al compagno di squadra Damián Escudero - altro grande talento -, riguarda la mancata risposta alla convocazione per il Campionato Sudamericano Under 20, svoltosi in Paraguay fino alla fine di gennaio di quest’anno. I due del Vélez erano i pezzi forti della squadra che già doveva rinunciare a Leo Messi, Gonzalo Higuaín e Sergio Agüero (l’Argentina in futuro non è messa malissimo davanti, eh). Mauro avrebbe risposto “obbedisco” se il suo club non avesse posto il veto: “ci servi qui, quest’anno abbiamo
CARLO PIZZIGONI
Fonte: Guerin Sportivo
3 commenti:
Adoro questo giocatore. Forse è meglio di Aguero. Che ne pensi?
Per quanto riguarda il mercato, che voci ti sono giunte sul suo conto
Anche a me piace molto.
Voci di mercato ce ne sono tante. L'unica fonte diretta mi aveeva parlato di Barça, però parlo ancora di mesi fa.
quanto e' forte meno male che gioca con la lazio ,la prima squadra di roma..forza lazio
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