Nomi, giocatori e tante curiosità sulla manifestazione iniziata da pochi giorni in Nuova Zelanda. Altra delizia di Aniello Luciano:
Albiceleste.
Nessuno ha vinto in questa categoria quanto l’Argentina (6 volte in
13 partecipazioni). Il gruppo di Humberto Grondona proverà, con
buone chance di riuscita, ad incrementare il palmares, sull’onda
del Sudamericano. Primo ostacolo proprio un biancoazzurro, Leonardo
Pipino, bielsista dichiarato e tecnico del Panama. L’uomo giusto
nel momento giusto, sia per testare le ambizioni della mini
Selección, sia per l’importanza svolta dal trentasettenne di Boedo
nella progressiva crescita del calcio canalero.
Bunjee
Jumping. Attrazione turistica
del paese (Nevis Highwire Bungy è una delle piattaforme per salto
con l’elastico più alte del mondo) e acceleratore di emozioni. Ne
sanno qualcosa Deklan Wynne e Clayton Lewis, due membri della
formazione locale, che si sono cimentati in una suggestiva gara
di palleggi sui tetti della
Sky Tower di Auckland. Allo sconfitto un bel tuffo fra le nuvole.
Cento.
Tanti sono i calciatori che militano in leghe straniere (504 il
totale dei convocati), con gli Stati Uniti in testa (13). L’altra
faccia della medaglia Myanmar, Uzbekistan e l’Ucraina di Eduard
Sobol (terzino sinistro interessante per struttura fisica e
temperamento) e Valeriy Luchkevych (esterno destro messosi in luce
con il Dnipro in Europa League), rappresentate da soli ragazzi
tesserati per squadre del campionato nazionale.
Dimensione
nuova. Con 29 reti in 59
partite nella Liga Nacional honduregna Bryan Róchez sperava che
l’impatto con la Major League Soccer fosse snello ed indolore. Così
non è stato. Le difficoltà incontrate del talento bicolor, però,
sono utili per ricordare che l’età ha il peso ed occorre pazienza.
Tanta pazienza. Anche con chi è già una star in miniatura come l’ex
centravanti del Real España. I tifosi dell’Orlando City hanno sì
mugugnato ma sono stati dopotutto comprensivi. L’occasione per
mostrare quanto paghino il tempo e il lavoro è qui servita.
Entusiamo
alle stelle per una Nazione poco avvezza ai riflettori, per buona
pace di Hobbit e Compagnia dell’Anello. L’evento internazionale
ha risvegliato l’interesse dei neozelandesi per uno sport praticato
con moderazione per anni, sfruttando i viridi campi non solo per fare
da tappeto a lunghe passeggiate o da set cinematografici. L’OFC, la
federazione calcistica del continente, si è messa in scia al carro
della FIFA e ha sfruttato l’occasione per coinvolgere giovani
locali di entrambi i sessi, curiosi e addetti ai lavori con una serie
di iniziative di contorno, importanti anche per rendere meno astrusi
alcuni concetti del mondo pallonaro. In quest’ottica si colloca il
rafforzamento dei corsi per la Licenza B dedicata ai tecnici della
Nuova Zelanda e isole vicine, sconosciuta fino al 2012. E partire
dall’educazione non può non essere che un passaggio positivo.
Fifa,
nel senso di Federazione e di paura. Perché tanta è stata la
preoccupazione che lo scandalo che ha investito il mondo del calcio
in questi ultimi giorni potesse bloccare la macchina organizzativa di
Nuova Zelanda 2015. Jeffrey Webb, presidente della CONCACAF e
demiurgo della squadra
per l’edizione oceanica, è finito in manette ma si andrà comunque
avanti. Per fortuna di chi ama tutto quello che avviene solo ed
esclusivamente nel rettangolo verde.
Generazioni
a confronto. Maradona, Messi,
Van Basten, Burruchaga e Ramón Díaz sono alcuni dei campioni che
hanno messo in vetrina le proprie qualità nel mondiale U20. Per
rivivere i momenti magici di questo torneo è stato montato un video
che non ha bisogno di altre parole. Provare
per credere.
Henry
del Galles. Per tutti Principe
Harry. È stato il reale britannico a dare il metaforico calcio di
inizio alla manifestazione, partecipando ad una partita promozionale
nella terra dei Kiwi. E stando alle immagini, oltre all’estrazione,
anche il tocco di palla è
regale.
Italians
(don’t) do it better.
Per la terza edizione
consecutive la Nazionale azzurra U20 guarderà la Coppa del Mondo da
casa. Ultima apparizione nel 2009 quando i ragazzi di Rocca chiusero
nel peggiore dei modi (3 espulsi, eliminazione ai supplementari
contro l’Ungheria) la campagna egiziana. Ci sarà comunque un
briciolo di serie A al di là dell’Oceano Indiano. Dal vicentino
Jesse Edge (Nuova Zelanda) al cagliaritano Godfred Donsah (Ghana),
passando per il duo colombiano Andrés Tello (Juventus) e Alexis
Zapata (Udinese) o per il messicano Kevin Méndez, prestato dalla
Roma al Perugia. Ma non sono i soli. Bloccati a Fiumicino, invece,
gli aquilotti Mamadou Tounkara e Moustapha Seck, in vista della final
eight del campionato Primavera.
Licenziamento.
Quello toccato a Alexandre Gallo, ct in sella alla Selecao U20 (e
U23) da un biennio. La decisione è stato presa dalla CBF a meno di
un mese dall’inaugurazione dal mondiale e due giorni dopo la
consegna di una pre-lista convocati, nella quale comparivano anche il
cagliaritano Caio Rangel e Kenedy, ragazzo d’oro del Fluminense che
fa gola al Chelsea. Purtroppo per loro il sostituto di Gallo, Rogério
Micale, ha preferito rivolgere lo sguardo altrove (Kenedy è out per una appendicite). Un bene per
Malcom, che si apprestava ad andare in ferie ed invece andrà
dall’altra parte della Terra con il passo del predestinato. Classe
’97, ruolo trequartista.
Myanmar.
Il piccolo stato dell’Asia sudorientale è, al pari di Senegal e
Fiji, al debutto nella manifestazione. Quella che può apparire come
una squadra sprovveduta è invece un gruppo che, sotto la guida del
tedesco Gerd Zeise, ha eliminato nelle qualificazioni Iran ed Emirati
Arabi Uniti, prima di portare fino ai supplementari il campione
d’Asia U19, il Qatar, anch’egli presente, di diritto, in Nuova
Zelanda per fare più che bella figura. Quindi occhio alle asiatiche,
da Myanmar (o Birmania che dir si voglia) alla Corea del Nord, ovvero
colei che ha steso con un sonoro 5-0 Uzbekistan, altra qualificata, e
mandato a casa Iraq e Giappone.
Nuova
Zelanda. Paese affascinante
come pochi, ricco di bellezze paesaggistiche, tradizioni e miti.
Palcoscenico perfetto per chi è alla ricerca di una Terra di Mezzo
attraverso la quale trovare la propria via, posizione nel Mondo. Un
viaggio nella natura dell’uomo e un rito di iniziazione a più
tappe (24 squadre, 6 gironi e 7 piccoli e deliziosi stadi) verso il
calcio che conta.
Ottimizzare
i tempi. Ci ha pensato la
Colombia spostando, con largo anticipo, la preparazione atletica in
Australia. Un modo per adattarsi al clima e al fuso orario e saggiare
le condizioni della rosa con una serie di amichevoli di rilievo. I
più in palla sono sembrati Jarlan Barrera, la cui presenza fra i
titolari resta comunque difficile, e Alexis Zapata, altra scoperta
del scout dell’Udinese.
Pecora
nera. Si chiama Wooliam ed è
la mascotte del torneo. Personaggio buffo, reso fenomeno virale
attraverso i social network e un concorso, indetto da una nota casa
automobilistica coreana, che ha premiato 52 fortunati, uno per ogni
partita, provenienti da tutto il mondo. Fra questi anche Talia
Chetty: dodici anni, sudafricana di nascita e una passione sfrenata
per il calcio. Sarà lei ad accompagnare Wooliam durante Colombia -
Qatar.
Qatar.
Chi pensa che il primo
assaggio di calcio vero l’emirato del Vicino Oriente lo avrà nel
mondiale casalingo del 2020 si sbaglia di grosso. E proprio i giovani
granata sono l’esempio giusto per indebolire l’impropria tesi.
Difatti i qatarioti arrivano in Oceania forti del successo in AFC
U19, conquistato con un percorso quasi netto, trascinato dal
prolifico Al Saadi. Il giovane attaccante ha già avuto un
tête-à-tête con il professionismo, rastrellando qualche presenza
con l’Eupen nella seconda divisione belga. Chi sarà il prossimo ad
accompagnarlo?
Riscatto.
Parola chiave soprattutto per il Brasile, chiamato a cancellare la
pessima stagione 2013 (fuori dal lotto delle partecipanti) e lo
smacco argentino del recente Sudamericano, chiuso con un poco
convincente quarto posto, davanti all’Uruguay. Celeste che farà di
tutto per tornare in finale come due anni fa, quando si arrese allo
strapotere della Francia di Paul Pogba soltanto ai rigori. Coito
punta molto sul talento di Pereiro e Poyet (West Ham) ma confida che
Guillermo Cotugno possa dare sicurezza alla retroguardia. Un reparto
chiamato agli straordinari anche dal ct del Portogallo. Non prenderle
sarà fondamentale come agli Europei U19 2014 (in finale, persa di
misura contro la Germania). Al resto penseranno la prima punta André
Silva e le frecce sugli esterni Ivo Rodrigues e Gelson Martins.
Sidy
nome, Sarr cognome.
La FIFA ha dedicato uno
piccolo spazio fra le proprie news al centrocampista del Mbour Petite
Côte, definendolo nell’occasione “humble hero”, un umile
eroe.
Umile come il posto in cui è nato e cresciuto, sulle coste del Senegal, fra strade polverose e baracche di lamiere. Poi l’imponderabile. Due reti sbucate dal nulla, quando ormai tutto sembrava già svanire ai gironi di qualificazione. Risultato ribaltato in extremis (la gara terminerà 4-3, avversario il Congo) e da lì in poi, turno dopo turno, la conquista del Mondiale neozelandese. Ora che ci sono (- Non so nulla della Nuova Zelanda, se non che è lontana – ha scherzato il diciannovenne) perché non provarci? La qualità c’è, la modestia pure.
Umile come il posto in cui è nato e cresciuto, sulle coste del Senegal, fra strade polverose e baracche di lamiere. Poi l’imponderabile. Due reti sbucate dal nulla, quando ormai tutto sembrava già svanire ai gironi di qualificazione. Risultato ribaltato in extremis (la gara terminerà 4-3, avversario il Congo) e da lì in poi, turno dopo turno, la conquista del Mondiale neozelandese. Ora che ci sono (- Non so nulla della Nuova Zelanda, se non che è lontana – ha scherzato il diciannovenne) perché non provarci? La qualità c’è, la modestia pure.
Tattoo.
C’è chi il talento lo riconosce a pelle e chi il talento se l’è
fatto imprimere sulla pelle. Provate a chiedere a Gaston Pereiro,
sorprendente mancino di Montevideo, che si è tatuato sul braccio
destro il volto de El Chino Recoba, idolo di una intera generazione
celeste. Il sogno del l’ enganche
bolso,
però resta sempre quello di
giocare al fianco di Cristiano
Ronaldo. Sarà già bello per lui superare il turno, cosa per nulla
scontata viste le contendenti del girone D: il Messico di Hirving
Lozano, campione U20 CONCACAF, la Serbia di Andrija Živkovi ,
protagonista in Superliga con la maglia del Partizan Belgrado, e il
Mali di Adama Traoré, due reti e venti presenze nella Ligue I
francese.
Unione
di sangue. No, non stiamo
parlando della fortunata saga di Patricia Briggs ma di discendenze,
lignaggio. Una questione familiare così come per casa Rufer. Wynton
fu, con Giuseppe Bergomi, uno dei più giovani debuttanti al Mondiale
del 1982, capocannoniere della Champions League ‘93/’94 ed è
tuttora considerato il miglior giocatore della storia calcistica
neozelandese. Suo fratello Shane ha giocato per anni in Svizzera,
paese di origine del padre, sfiorando più volte il campionato
inglese. Ora tocca ad Alex, figlio di Shane e nipote di Wynton,
proseguire nella trasmissione del ‘’sapere’’.
Verevou
Iosefo, attaccante delle isole
Fiji, si candida ad essere l’elemento di spicco del gruppo
selezionato da Ravinesh Kumar. Protagonista, in qualche modo, lo è
già stato ma fuori dal campo. Nel luglio del 2014 fu sospeso per
motivi disciplinari, insieme ad altri compagni dell’U20, dalla Lami
Football Association. Tre anni e una salata multa, poi ridotti.
Meglio riservare le energie in altre sedi.
Zelalem.
Quando nasci a Berlino, ti scorre nelle vene sangue etiope, ti
innamori degli Stati Uniti e finisci per diventare famoso in
Inghilterra, può succedere che la geografia diventi un intricato
Risiko. Alla fine di una lunga battaglia burocratica (il
centrocampista dell’Arsenal ha ottenuto la cittadinanza americana
solo il mese scorso e secondo lo statuto della FIFA non avrebbe
potuto indossare la maglia a stelle e strisce prima del compimento
del ventitreesimo compleanno) i dadi hanno dato ragione all’U.S.
Soccer: Gedion Zelalem giocherà per gli yankee. Una manna del cielo
per il ct Tab Ramos, costretto a fare a meno (per scelta, è giusto
sottolinearlo) a Romain Gall, capocannoniere del campionato
nordamericano U20, Amando Moreno e Junior Flores.
@AnielloLuciano
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