La partita molto attesa spesso delude. Stavolta, per fortuna, non è andata così: la sfida fra la capolista e l'aspirante provoca emozioni continue in uno stadio finalmente pieno e partecipe. L'incontro lo vince l'Inter, il cui piano partita viene sviluppato fedelmente nonostante l'espulsione di un giocatore chiave come Sneijder al 25' (applauso verso l'arbitro).
IDENTITA' MILAN. La superiorità numerica permette al Milan di giocare un partita di possesso palla più evidente ma le difficoltà dei giocatori Leonardo emergono anche in questa fase, tanto che la cosiddetta ricerca di equilibrio, trovata più che ricercata dopo gli stop di Pato e Seedorf e gli innesti di Gattuso e Beckham, leva identità a una squadra che aveva trovato, con il 4213, punti e entusiasmo. Vero che la sconfitta interna col Palermo aveva minato un po' le prospettive di tale modulo, però l'evoluzione in un sistema più razionale ha fatto perdere molto al Milan, specie in una partita contro una prima della classe. Vero, è anche questione di uomini: Pato e Seedorf sono insostituibili nella rosa del Milan, però l'inserimento di un doppio mediano non ha funzionato e i rossoneri non hanno trovato identità.
DIFFICOLTA' ROSSONERE. Il "duplo-pivot" (come lo chiamerebbe Mourinho) non ha portato equilibrio al Milan. La fase di transizione non è mai stata gestita a dovere: un recupero, non necessariamente alto, dell'Inter era una automatica azioen pericolosa. Non solo la transizione primaria o il contropiede, anche in una fase intermedia né Ambrosini né, soprattutto, Gattuso hanno mai trovato la posizione adeguata, bucando raddoppi, perdendo uomini e in generale concedendo sempre un vantaggio ai nerazzurri in zone e momenti delicati. Certo, non c'è stato aiuto dei terzini, disordinati nella fase di non possesso e solo vogliosi di appoggiare l'azione offensiva (e anche qui, tranne qualche interessante sovrapposizione a sinistra con le combinazioni Antonini- Ronaldinho, c'è stata confusione). Abate poi ha combinato un disastro nel primo gol, aggiustando la palla per Milito, e perdendo spesso la linea: ci sta che anche abbia pagato in termini mentali una partita così importante. Davanti, Borriello lotta ma Samuel e Lucio sono attenti e chiuso nella morsa, spalle alla porta combina poco (trova qualcosa nella seconda parte, quando sfiora il gol di testa); Ronaldinho non incide nella manovra anche se è l'unico a far davvero paura a Julio Cesar, con un tiro dal limite dell'area finito fuori di poco: spreca il rigore concesso da Rocchi nel finale, che poteva riaprire parzialemnte il match.
I MERITI DELL'INTER. I nerazzurri, nonostante un centrocampo cerottato, partono col rombo in mezzo al campo con Cambiasso davanti alla difesa e Muntari a sinistra (Santon, terzino)e giocano una partita favolosa: nei primi 25 minuti la dominano rimanendo compatti e ripartendo sempre con voglia di far male e pericolosità. Sneijder fa un lavoro fantastico anche in fase di non possesso, levando tranquillità al facitore di gioco Pirlo. Egualmente gran match di Pandev che non solo segna il gol del 2-0 ma ci aggiunge un assist sul primo (favolosa giocata "a memoria", senza guardare, alla ricerca della profondità di Milito), e un palo nel secondo tempo (minuto 60) che toglie definitivamente la tranquillità al Milan. Grande anche la squadra di Mourinho dopo l'espulsione, vero che, specie all'inizio del secondo tempo, soffre l'uomo in meno, cerca la densità difensiva medio-bassa e riparte meno ma non abbandonano mai mentalmente la partita (grandissimo match di Javier Zanetti, da vero capitano), tutti rimangono concentrati e concedono solo qualche mischia agli avversari. La vogliono vincere e riescono a veicolare la rabbia per l'arbitraggio considerato indecente verso un'energia positiva.
IL FUTURO DEL MILAN. Se José Mourinho comanda la partita dall'inizio alla fine, anche quando soffre, con piani chiari e definiti, Leonardo va più volte in difficoltà, denunciando forse qualche insicurezza nella gestione: non ci sono mosse per arginare la disarmante transizione difensiva, non aggredisce la partita, magari cercando di renderla più emotiva (il cambio di Seedorf non incide, Huntelaar entra all'80' e Inzaghi si guarda la partita dalla panca). Cerca di trovare ampiezza, creando superiorità sui lati, ma coi cross in mezzo non crea tantissimo (e allora perché non inserire prima l'attaccante olandese?). Ora è al bivio: mantenere il modulo così com'è o cercare di tornare alla spregiudicatezza di qualche giornata fa? Per far punti con avversari di meno consistenza potrebbe bastare l'equilibrio attuale, oppure "il re è nudo" e gli avversari, anche se con meno qualità dell'Inter, hanno imparato la lezione? Importante vedere, su una base di 4-5 match, anche quale sarà la reazione emotiva della squadra.
Inter: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Santon; Zanetti, Cambiasso, Muntari (43'st Cordoba); Sneijder, Milito (36'st Balotelli), Pandev (21'st Thiago Motta). All.Mourinho
Milan: Dida; Abate, Thiago Silva, Favalli, Antonini (32'st Jankulovski); Gattuso (1'st Seedorf), Pirlo, Ambrosini (35'st Huntelaar); Beckham, Borriello, Ronaldinho. All.Leonardo
Reti: 10'pt Milito, 21'st Pandev
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